Cari Genitori,
copio-incollo qui di seguito una nota condivisa su Facebook, scritta da Alessandra Bortolotti, psicologa perinatale e autrice del libro “E se poi prende il vizio?”.
Cosa penso del libro “Il Linguaggio segreto dei neonati” di Tracy Hogg
Molte mamme mi chiedono cosa ne penso del libro in questione ritengo importante chiarire quanto segue.
La mia opinione riguarda questi aspetti che non mi trovano d’accordo.
1) Innanzi tutto si tratta comunque di un metodo e come sapete non credo nei metodi perché semplicemente credo che le persone abbiano bisogno di ascolto e di attivare le proprie competenze per trovare le proprie soluzioni dopo corretta informazione.
2) Questo libro non ha bibliografia ciò significa che non ha alcun valore scientifico e infatti va contro la fisiologia di contatto, sonno e allattamento
3) Il tono del libro è molto rassicurante, molto British ma in realtà il messaggio che manda non è altrettanto soft e non mancano le occasioni di giudizio negativo sui genitori.
4) dice delle sciocchezze imbarazzanti quando afferma per esempio (pag.156) che non esiste la confusione fra seno e biberon evidenziando che non sa NULLA di allattamento in quanto i modi di succhiare sono completamente (nel primo caso il capezzolo batte sul palato molle e nel secondo su quello duro) diversi il flusso non c’entra niente. Affermazioni come (pag.160) “nelle prime tre settimane di vita i neonati di solito passano facilmente dal seno al biberon e viceversa” sono assolutamente scorrette e violano le raccomandazioni mondiali di OMS, AAP, UNICEF. Oppure (pag.163) passa il messaggio che l’allattamento prolungato è una scelta della mamma ma non dei bambini… nello schema di svezzamento dopo la terza settimana il seno scompare e questo dà l’idea che l’introduzione dei cibi solidi sia sostitutiva e non complementare all’allattamento sia al seno che al biberon.
5) sul sonno dice apertamente che le sue sono OPINIONI e come tali vanno prese: lei suggerisce un metodo SUO che prevede una via di mezzo fra cosleeping e Estivill che lei chiama “sonno ragionevole”… eppure parla di sonno come processo appreso quindi sposa totalmente il comportamentismo alla base dei metodi Estivill e simili e infatti propone uno schema a pag 226 dove afferma che i problemi di sonno avvengono quando: il bambino è stato allattato prima di dormire, il bambino è stato tenuto in braccio prima di dormire (e la fascia allora?????) il bambino è stato cullato o coccolato, il bambino si è addormentato sul petto di un genitore… NESSUNA differenza con ciò che afferma Estivill che poi aggiunge altre perle. Poi consiglia di rimpinzarli ben bene, non cedere e usare il ciuccio. Inoltre sostiene che quando si svegliano la notte e piangono vanno presi e rimessi giù anche più di 100 volte che via via nel tempo si riducono… si tratta sempre di estinzione graduale. Inoltre suggerisce di tenere la temperatura nella stanza dove dorme il bimbo a 22° C, cosa altamente sconsigliata come norme preventive per la SIDS!
Aggiungo infine il commento di Vito Rocco Torraco che mi pare così importante da non dover restare solo un commento:
“Ad onor del vero, carissima Alessandra, in un secondo momento la Hogg ha promosso un suo brevetto, un “miracoloso” biberon che aveva la funzione di non confondere il bambino. Io la Hogg non l’ho letta tutta, solo sfogliata, perché tanto avevo già visto tutti i programmi che la vedevano protagonista sulla piattaforma sky. C’è un abisso fra quanto voleva, buon anima, far credere e quella che era nella realtà che emergeva dalle trasmissioni. Ad esempio è stata capace di tenere fermo un bambino di 2 anni seduto al tavolo (un bambino che in pratica, chissà per colpa di chi, mangiava solo biscotti dall’aspetto, vi confesso, buonissimi). Ha messo il biscotto sul tavolo a portata di mano del piccolo e diceva: “vuoi il biscotto? devi mangiare tutta la minestra”. Mi sentivo male a vederlo. Alla fine, dopo oltre 2 ore se ricordo bene, il bambino ha mangiato la minestra. Ma se riuscite a recuperare la puntata dovete osservare la sua faccia. A me sembrava avesse preso la cosa come una questione personale. Tutto mi è sembrato tranne una donna che amava i bambini. Sorvolo sulle infinite volte in cui si ostinava a proporre il suo metodo per dormire, molto simile a quello di Estivill (la stessa cosa vedo fare ad un altro genio della puericultura Joe Frost: rimanere accanto alla culla; prendere in braccio con gesto davvero meccanico; credo, non incrociare lo sguardo e simili amenità. Come si dice: concezione pavloviana del bambino) e vi dico di quando ad un bambino che regolarmente sbatteva la testa ogni volta che entrava in crisi e quindi anche al momento di andare a dormire nel suo lettino con le sbarre, la Hogg invece di “interpretare il linguaggio segreto” di quel bambino che disperatamente chiedeva di non essere lasciato solo, ha messo delle protezioni vicino alle sbarre. Che pena mi faceva quel piccolino. Gonzales direbbe: “mismo perro con distinto collar”. Diffidare dei metodi rimane per me una buona norma.”
Per concludere: questo libro rappresenta un’opinione dell’autrice senza alcun valore scientifico né rispetto per le raccomandazioni della comunità scientifica mondiale.. si può usare certo ma è bene sapere queste cose….
Segnalo inoltre che nel post di questo sito “Bibliografia e materiali sul sonno” è stato aggiunto (grazie ad Alessandra Bortolotti che me lo ha segnalato) anche l’articolo “I trattamenti comportamentali nell’insonnia del bambino” di Maria Luisa Tortorella – Quaderni ACP 2013; 20(6): 268-273, in cui l’Autrice cita il metodo E.A.S.Y. della Hogg dicendo “che ha ampie sovrapposizioni con l’estinzione graduale, in particolare contrasta con l’allattamento al seno a richiesta”.
Annalisa Paini, GAAM
L’ha ribloggato su Domodama.
Sono metodi basati sull’estinzione dell’affettività.
E’ facile dedurre come cresceranno questi bambini, che tipo di adulti saranno.
Un esempio storico:
“I genitori non avevano diritto di allevare i figli, ma dovevano portarli in un luogo chiamato tesche, dove gli anziani esaminavano il bambino: se lo vedevano sano e robusto ne disponevano l’allevamento e gli assegnavano in anticipo una porzione di terreno demaniale; se invece lo trovavano gracile e malfatto, ordinavano che fosse gettato in una voragine del monte Taigeto, detta Apotete. Non conveniva infatti né alla polis né al bambino stesso che fosse lasciato crescere per restare sempre debole e dal fisico infelice. […]
Licurgo non volle che i figli fossero educati in famiglia né da pedagoghi stranieri salariati: appena i ragazzi raggiungevano i sette anni venivano assegnati in “compagnie”, comunità educative istituzionalizzate. Di queste compagnie diventava capo il più forte e il più saggio, cui tutti gli altri dovevano obbedienza completa. Così, quell’educazione era più che altro un esercizio continuato di disciplina. Gli adulti assistevano ai loro esercizi e tornei, a volte provocando di proposito zuffe e ostilità fra i giovani per saggiarne il coraggio e l’aggressività negli scontri. Di istruzione avevano solo quel minimo che era necessario per la vita; il resto era disciplina, sopportazione dei disagi e attitudine al combattimento”.
Plutarco, Le vite, Utet, Torino 1992
E’ interessante notare come “la disciplina” prenda il sopravvento sulla’”istruzione”: la vera conoscenza, infatti, non può certo prescindere dalla bellezza, dall’eros, dal piacere, dalle “felicità” che, come sappiamo, pervade ogni cucciolo nel momento in cui “riceve donando” e “dona ricevendo”. L’assenza di reciprocità educa al conflitto, all’aggressività, all’isolamento.
Cresceranno dei bravi distruttori di se stessi, degli altri, del mondo.