In occasione della Settimana mondiale per l’Allattamento Materno durante la quale si sono svolti diversi flash-mob in tutta la Regione Emilia Romagna, siamo state intervistate da alcune testate locali:
In particolare vorremmo riportare per esteso l’intervista che la nostra Margherita Guidetti ha rilasciato a Tempo n.36 dell’11 ottobre, che sul settimanale è stata tagliata per motivi di spazio:
D: Quali sono i benefici dell’allattamento per il bambino e per la madre?
Sappiamo tutti che il latte materno è meglio di quello artificiale, i produttori di quest’ultimo sono addirittura obbligati a dichiararlo nelle loro pubblicità. Ma non è così: il latte materno non è “meglio”: è il nutrimento che la natura ha predisposto per gli esseri umani che si affacciano alla vita. Anche se l’allattamento al seno non è la norma sociale, cioè non tutte le mamme allattano secondo le indicazioni di OMS e UNICEF, rimane la norma biologica: tutte le mamme possono allattare, solo una piccola percentuale non può produrre latte per ragioni genetiche o mediche. La stragrande maggioranza degli allattamenti non avviati o interrotti precocemente non dipende da cause fisiche ma da una mancanza di informazione e sostegno adeguati.
Se allattare è la norma biologica, è anche il termine di paragone con cui andrebbero confrontate tutte le alternative. Parlare dei vantaggi dell’allattamento dà l’idea che si tratti di una cosa eccezionale, di un qualcosa “in più” per donne “bioniche” e bambini particolarmente fortunati. Invece è il latte artificiale che ha qualcosa in meno. Certamente, parlare degli svantaggi e dei rischi per la salute del latte formulato pone un problema, quello di generare sensi di colpa nelle madri che non allattano o non hanno allattato. Noi mamme abbiamo questo vizio di sentirci sempre in colpa, ma la responsabilità della maggior parte dei non allattamenti è di questa società a basso contatto, individualista e consumista, che ostacola l’allattamento diffondendo credenze sbagliate e lasciando le madri sempre più sole ad affrontare quello che è un momento di passaggio carico di dubbi, paure e senso di inadeguatezza.
Dunque, tornando alla tua domanda, il latte materno contiene tutto quello di cui un neonato ha bisogno: nutrienti, anticorpi, e centinaia di altre sostanze che ancora non sono state scoperte. In più, questo latte cambia via via che il bambino cresce in modo da adattarsi alle sue esigenze. Un ampio corpus di ricerche indica che i bambini nutriti con latte di formula hanno maggiori probabilità di ammalarsi e contrarre infezioni, diarrea, otiti, e di sviluppare asma, allergie, obesità e sovrappeso (sono statistiche, ci sono sempre casi di bambini sanissimi cresciuti col latte artificiale)*. La suzione al seno inoltre assicura lo sviluppo fisiologico della bocca, del cranio e della colonna vertebrale, come ci spiegherà il 7 dicembre il dott. Alessandro Carrafiello, medico chirurgo specialista in odontostomatologia. Per le donne, allattare riduce il rischio di sviluppare tumori della sfera riproduttiva (seno e ovaie) e l’incidenza dell’osteoporosi. Il latte artificiale è inoltre una spesa che grava sul bilancio familiare e anche su quello del sistema sanitario nazionale, che risparmierebbe circa 160 euro a bambino nel suo primo anno di vita se tutte le mamme allattassero esclusivamente fino a 6 mesi come indicato dall’OMS.
* nota bene: nel taglio per motivi di spazio nella copia cartacea questa frase è stata travisata, infatti non è vero, come riportato, che “ci sono statistiche che dimostrano che piccoli cresciuti con il latte artificiale siano sanissimi”. Il senso della frase originale è invece che, quando leggiamo le statistiche – che affermano che i bambini alimentati artificialmente sono meno sani di quelli allattati – dobbiamo tenere conto che sono statistiche, appunto: per cui esistono bambini allattati al seno che si ammalano spesso e bambini alimentati con latte in formula che non si ammalano quasi mai.
D: Come è nata l’idea dell’iniziativa di sabato e come è stata accolta dalle madri della comunità e dalle persone a loro vicine?
Quella che si è appena conclusa era la Settimana mondiale dell’allattamento materno (SAM) che in Italia si festeggia ogni anno la prima settimana di ottobre. La prima SAM è stata promossa dal WABA (World Alliance for Breastfeeding Action) nel 1992, l’anno successivo alla sua costituzione come alleanza globale di individui, reti ed organizzazioni che proteggono, promuovono e sostengono l’allattamento al seno. La prima SAM italiana invece ha avuto luogo nel 1997, quando è nato il MAMI (Movimento Allattamento Materno Italiano). Lo scopo della SAM è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e generare sostegno, utilizzando un tema diverso ogni anno. Il tema di quest’anno ci sta particolarmente a cuore: si parla infatti delle peer counsellor, o consulenti alla pari, e quindi anche di noi. Il GAAM (Gruppo Aiuto Allattamento Materno) è un’associazione di peer consellor di allattamento: mamme volontarie, con una personale esperienza di allattamento, formate secondo il manuale OMS/UNICEF per sostenere e accompagnare altre mamme che vogliono allattare i loro bambini. Le peer counsellor hanno un ruolo importante: non sono operatrici sanitarie ma hanno le competenze di base che permettono loro di aiutare le mamme che incontrano qualche difficoltà di allattamento (o di indirizzarle al consultorio quando i problemi sono più seri). La letteratura scientifica mostra che i tassi di avvio e proseguimento dell’allattamento sono più alti nei luoghi in cui sono presenti le peer counsellor. Il sostegno da mamma a mamma è molto efficace perché si basa su una relazione tra pari, che facilita l’empatia: spesso il ruolo della peer counsellor è semplicemente quello di aiutare la mamma a trovare le sue soluzioni, a fidarsi del suo istinto e del/la sua/o bambino/a.
Quest’anno per festeggiare la SAM e attirare l’attenzione sul sostegno tra pari è stato scelto, a livello regionale, il flash mob. Sabato 5 alle 17 in 22 piazze dell’Emilia Romagna e in molte altre piazze d’Italia (come Roma, Milano, Torino, Messina) le mamme si sono riunite per allattare insieme. L’idea è stata ispirata dal gruppo di sostegno di Ferrara, che negli ultimi anni ha organizzato alcuni flash-mob per farsi conoscere. A Carpi l’iniziativa promossa dalla Regione è stata realizzata da GAAM, ASL distretto di Carpi e Comune di Carpi. Qui siamo stati decisamente sfortunati per il tempo: diverse mamme ci avevano detto che sarebbero venute ma poi col freddo e la pioggerella di sabato nessuna si è sentita di uscire coi bimbi. Veramente una famiglia di temerari è venuta a fare un po’ di chiacchiere, ma la bimba di 3 settimane dormiva e in ogni caso faceva decisamente troppo freddo per allattare all’aperto. Avevamo preparato due cartelloni in cui volevamo raccogliere le esperienze delle mamme presenti: uno sugli ostacoli e uno sul sostegno ricevuto. Abbiamo pensato di rilanciare questi stimoli sul nostro blog http://gaamcarpi.wordpress.com/ perché le mamme possano condividere almeno virtualmente le loro difficoltà e/o il modo in cui sono riuscite a superarle.
Ci sono altri progetti per il futuro per sensibilizzare sempre di più questo tema?
Per ora non ci sono progetti comuni con ASL e Comune di Carpi, ma speriamo che la collaborazione continui a favore delle famiglie. Come GAAM continuiamo la nostra collaborazione con le ostetriche del consultorio, in particolare Giuliana Raimondi, Consulente Professionale in Allattamento IBCLC che si occupa della supervisione dei nostri interventi con le mamme. E continuiamo con le nostre proposte: come ogni anno, abbiamo un ricco calendario di appuntamenti in cui parleremo e ci confronteremo coi genitori sull’allattamento ma anche su altri temi legati alla genitorialità, come il sonno, l’uso delle fasce portabimbo e l’introduzione dell’alimentazione complementare. Inoltre siamo sempre disponibili per le consulenze di allattamento gratuite (telefoniche e a domicilio). I contatti e il calendario degli incontri si trovano sul nostro blog.