1. Comunicato redatto da M. Ersilia Armeni (AICPAM), Sergio Conti Nibali (ACP), Adriano Cattaneo (Burlo Garofolo) e condiviso dai seguenti membri del Comitato nazionale multisettoriale per l’allattamento materno: Leonardo Speri (UNICEF), Paola Negri (IBFAN Italia), Igino Giani (Regione Toscana), Martina Carabetta (le Organizzazioni non governative – La Leche League, MAMI, e il Melograno) inviato al Comitato Nazionale per l’Allattamento al Seno a settembre 09.
Allattamento al seno e Influenza A (H1N1)
L’infezione da virus influenzale A (H1N1) precedentemente definita influenza suina può essere causa di malattia grave fra le donne gravide e i lattanti (1) . È noto dall’esperienza delle pandemie del 1918-19 e del 1957-58 che l’infezione è associata ad aumento dei tassi di aborto spontaneo, distress e parto pretermine, specialmente nelle donne affette da polmonite secondaria a infezione batterica (2) . Poiché i bambini non allattati al seno sono più suscettibili di infezione e ospedalizzazione da malattie respiratorie, si raccomanda sulla base delle evidenze raccolte (2, 3, 4) che durante la malattia le nutrici adottino le stesse misure atte a ridurre il rischio di trasmissione raccomandate per la popolazione generale, e che gli operatori della salute che assistono le coppie madri- bambini:
- sostengano tutte le donne per promuovere l’allattamento al seno
- sostengano le donne sospettate di avere l’influenza da A (H1N1) a continuare ad allattare. L’assunzione di farmaci antivirali a scopo terapeutico o di profilassi è compatibile con l’allattamento
- sostengano la produzione di latte materno, tramite espressione manuale o meccanica, se la madre fosse troppo debole per allattare
- alimentino il bambino con latte formulato, se la madre fosse ammalata troppo gravemente per poter allattare o spremere il latte
- sostengano l’allattamento diretto al seno del lattante ammalato, o tramite latte materno spremuto se fosse troppo malato per poppare
Raccomandazioni per i punti nascita e gli ospedali
I lattanti rappresentano come già detto un gruppo ad alto rischio per malattia grave da influenza A (H1N1) ma ci sono ragioni sufficienti per ritenere che il passaggio del virus nel latte materno sia raro. Pertanto si raccomanda che le puerpere affette da influenza H1N1 o sospette tali siano sostenute ad allattare al seno i propri piccoli, sia pure tenendo conto di situazioni speciali che dovranno essere gestite caso per caso. In caso di separazione dal neonato, dovranno essere sostenute a fornire latte entro le due ore dal parto se il neonato è nato a termine e entro le sei ore se è nato pretermine. Poiché le quantità di latte materno necessario al neonato nei primi giorni dopo il parto sono modeste, sarà da preferirsi la spremitura manuale e la somministrazione con cucchiaino o siringa, in modo da evitare di esporre il neonato ai rischi legati alla suzione da biberon (5).
I bambini ospedalizzati dovranno poter essere allattati dalla madre e se ricoverati in UTI dovranno continuare a ricevere il latte della propria madre, opportunamente assistita a raccoglierlo.
Si raccomanda infine agli operatori della salute ospedalieri e del territorio di usufruire delle competenze, dove presenti, degli operatori appositamente dedicati al sostegno dell’allattamento quali le Consulenti
Professionali in Allattamento Materno IBCLC (www.aicpam.org) e le Consulenti de La Leche League (www.lllitalia.org) (5).
Questo documento data 10/09/2009 e subirà modificazioni conformi all’acquisizione di nuovi dati epidemiologici
Riferimenti Bibliografici
1. http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/mm5818a3.htm (accesso 8/09/09)
2. www.cdc.gov (accesso 8/09/09)
3. www.bfmed.org (accesso 9/09/09)
4. http://www.dh.gov.uk/en/Healthcare/Children/Maternity/Maternalandinfantnutrition/DH_099965 (accesso 9/09/09)
5. Corsi 18 ore OMS/Unicef
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COMUNICATO STAMPA de La Leche League:
Allattamento: prima difesa anche contro l’influenza
Molte mamme chiamano e chiedono alle Consulenti de La Leche League di tutto il mondo: “Ho la febbre. Posso allattare il mio bambino?” Negli ultimi mesi ovviamente più preoccupate, dicono: “Ho la febbre, se fosse la suina (virus AHlN1.), devo smettere di allattare?”
Che sia influenza dei polli, dei maiali o degli umani, la risposta de La Leche League è sempre la stessa. Non solo va benissimo allattare il propri bambini anche se si è influenzate, ma allattando si aumentano i benefici che loro ne possono trarre. Molti germi non si trasmettono attraverso il latte; questa forma di influenza è comparsa di recente, tuttavia sappiamo dai casi di influenze passate che la trasmissione virale è estremamente rara e che i bambini che entrano in contatto con il virus dell’influenza e sono allattati si ammalano meno spesso e generalmente in forma più lieve di quelli non allattati. Una delle innumerevoli meraviglie del latte umano è che mentre il corpo della madre crea gli anticorpi per combattere la malattia, gli stessi anticorpi passano direttamente nel latte, proteggendo i figli e diminuendo la forza del contagio. Il latte materno, oltre a produrre anticorpi specifici per numerose malattie virali, ne offre anche per le infezioni batteriche che costituiscono le tipiche complicazioni dell’influenza, ad esempio la polmonite e la diarrea.
Non è necessario separare madre e bambino se la mamma è ammalata. I bambini vengono esposti al contagio di ogni malattia ben prima che le mamme sappiano di essere malate. Se la mamma ha l’influenza, vanno semplicemente prese le normali precauzioni di igiene (lavaggio delle mani, coprire naso e bocca quando si è in prossimità del bambino) già raccomandate dagli organismi competenti quando c’è un caso di influenza in famiglia. Se è il bambino ad ammalarsi, è ancora più importante che assuma latte materno. Il bambino ammalato ha bisogno di più liquidi e il latte materno è il miglior reidratante, e allo stesso tempo fornisce nutrimento e fattori per combattere la malattia.
La Leche League ricorda che molti farmaci sono compatibili con l’allattamento; anche nel caso dell’influenza e delle sue complicazioni il pediatra può prescrivere farmaci compatibili, così come è compatibile il vaccino. In caso di dubbi si può interpellare l’istituto Mario Negri di Milano (numero verde attivo 24 ore su 24 – 800883300).
Fonti:
NWS – Health Department – Influenza guideline for maternity Services;
CDC – 2009 H1N1 Flu (Swine Flu) and Feeding your Baby: What Parents Should Know;
ILCA: Tips for Parents: Protecting Your Baby Against Flu.
(comunicato stampa in formato PDF)
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Influenza suina in gravidanza: che cosa fare?
Vi rimandiamo al sito SaPeRiDoc (Centro di Documentazione sulla Salute Perinatale e Riproduttiva)
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Ciao sono Patrizia e giorno 28 novembre nascerà la mia bimba con un parto cesareo. Dal momento in cui dovrò allattare sono abbastanza combattuta se fare il vaccino contro l’influenza suina o no.VOorrei un consiglio per il mio bene e quello di mia figlia.Specifico che sono una persona sana.
Cara Patrizia,
noi siamo mamme, quindi non abbiamo le competenze per darti una risposta. Ne hai parlato col tuo medico di famiglia, o con il ginecologo che segue la tua gravidanza? Puoi esporre a loro le tue domande e i tuoi dubbi in merito all’opportunità di farti vaccinare, e se a tua volta ti sei informata questo dialogo non potrà che essere ancora più ricco e proficuo.
In bocca al lupo per la nascita! 🙂