Anche il GAAM firma la lettera aperta relativa alla trasmissione SOS TATA.
LIMITARE ESPOSIZIONI DEI MINORI NEI REALITY SHOW
22 settembre 2013
Gentile dottor Spadafora,
siamo un gruppo di persone, genitori e non, e di associazioni che si occupano di allattamento, sostegno alla genitorialità, salute materno-infantile.
La contattiamo dopo essere rimasti letteralmente sconcertati da alcune scene mandate in onda sabato 14 settembre, su La 7, durante la trasmissione SOS TATA che andiamo a descrivere. In questa trasmissione, un bimbo di appena 12 mesi veniva lasciato piangere solo nel suo lettino, chiuso in camera, perché si addormentasse. Il bimbo aggrappato alle sbarre del letto gridava, sudato, disperato, terrorizzato, con la telecamera puntata su di lui per vari minuti. Nel frattempo, la mamma veniva intrattenuta in cucina dalla Tata rassicurante, mentre il fratellino maggiore si tappava le orecchie.
Finalmente alla mamma è stato permesso di andare dal bimbo, mettergli il ciuccio e adagiarlo sotto le coperte. Il bimbo a questo punto rallentava il pianto, guardava la mamma, tenendole le braccia in cerca di conforto… ma la madre, secondo le indicazioni della tata, se ne andava via, rilasciandolo solo. Il bimbo, deluso, ripiombava in un pianto ancora più straziante. Dopo altri interminabili minuti, il bimbo sfinito non piangeva più e si addormentava.
Esprimiamo ancora una volta il nostro dissenso per i metodi per “educare i bambini piccoli a dormire” che si basano sull’estinzione graduale del pianto. Sappiamo ormai dalla ricerca scientifica, se non bastasse il buon senso, che la fisiologia dell’essere umano prevede che riceva delle cure di tipo prossimale da parte della madre e degli adulti che se ne prendono cura, e che la pretesa che un bambino piccolo si addormenti da solo e dorma per tutta la notte senza richiedere la presenza e il contatto dell’adulto, oltre ad essere anti-fisiologica ed irrealistica, può provocare confusione nei genitori e grande stress nei bambini. Questi metodi possono minare fin dalla primissima infanzia la fiducia negli adulti e quindi in se stessi e interferire con lo stabilirsi di una sana relazione genitori-figli, oltre ad interferire (se il bambino è piccolo) con l’allattamento al seno. Esistono altre modalità di accudimento, più rispettose della fisiologia del sonno e dei bisogni irrinunciabili dei bambini molto piccoli.
Riteniamo che sia pericoloso e fuorviante promuovere in TV il ricorso a questi sistemi, senza che ai genitori vengano date informazioni complete e coerenti, affinché possano compiere decisioni informate. Chiediamo quindi che le redazioni televisive si facciano carico di questa responsabilità.
Soprattutto, poi, pensiamo che puntare la telecamera su di un bambino piccolo, solo, stravolto, terrorizzato, e trasmetterlo indiscriminatamente a milioni di telespettatori, sia una violazione della dignità e dei diritti del bambino, compreso quello dei bambini che magari stavano guardando la TV a casa.
A questo proposito, ricordiamo che nella Carta di Treviso (protocollo firmato il 5 ottobre 1990 da Ordine dei giornalisti, Federazione nazionale della stampa italiana e Telefono azzurro con l’intento di disciplinare i rapporti tra informazione e infanzia) si dice: 5) il bambino non va intervistato o impegnato in trasmissioni televisive e radiofoniche che possano lederne la dignità o turbare il suo equilibrio psico-fisico, né va coinvolto in forme di comunicazioni lesive dell’armonico sviluppo della sua personalità, e ciò a prescindere dall’eventuale consenso dei genitori;
La visione di scene di questo tipo, potrebbe alimentare, in un pubblico adulto predisposto, pericolosi atteggiamenti di voyeurismo e sadismo nei confronti del dolore infantile.
Chiediamo quindi all’Authority di intervenire, prendendo posizione contro i metodi di estinzione graduale del pianto e la loro promozione verso i genitori, e ponendo regole più severe per l’esposizione di bimbi molto piccoli nei reality show, in modo che mai più vengano trasmesse scene in cui questi ultimi sono sottoposti a situazioni stressanti e angoscianti, od umilianti, pur col consenso dei loro genitori.
Confidando in una sollecita e positiva risposta,
Associazione Culturale Pediatri, Gruppo Allattando a Faenza, IBFAN Italia, Il Melograno Centri Informazione Maternità e Nascita, Movimento Allattamento Materno Italiano, Un Pediatra Per Amico, GAAM Carpi.
Bibliografia
• CARTA DI TREVISO per una cultura dell’infanzia – Documento CNOG/FNSI del 5 ottobre 1990 aggiornato con delibera del CNOG del 30.3.2006 (http://www.odg.it/content/minori)
• Fogli informativi sul sonno dei bambini a cura dell’Infant Sleep Information Source
(http://www.isisonline.org.uk/pdf_info/), in particolare quello sullo “Sleep Training”
(https://www.dur.ac.uk/resources/isis.online/pdfs/ISISPDFsleeptrainingJuly2013.pdf )
• https://www.facebook.com/notes/non-solo-tate/comunicato-ufficiale-per-dissociarsi-da-alcuni-contenuti espressi-nelle-trasmiss/114965425326804
• Moschetti A.M., Tortorella M.L., L’estinzione graduale risolve i problemi di sonno dei bambini? Tratto dai Quaderni dell’Associazione Culturale Pediatri 2006; 13(6):264-266
• Alessandra Bortolotti, E se poi prende il vizio? Pregiudizi culturali e bisogni irrinunciabili dei nostri bambini, Il leone verde, 2010
• Grazia Honegger Fresco, Facciamo la nanna. Quel che conviene sapere sui metodi per far dormire il vostro bambino, Il leone verde, 2006
• James Mac Kenna, Di notte con tuo figlio. La condivisione del sonno in famiglia, Il leone verde, 2011
L’ha ribloggato su Domodama.
Anch’io non posso non concordare con quanto denunziato.
Grazie per l’invio di questa lettera, sono pienamente d’accordo con voi e indignata per i modelli educativi che vengono propinati in tv come unici e “giusti”. Grazie per farvi nostri portavoce.
Simona, mamma di Gianmatteo ed Elia
grazie a tutte, monica, antonella, simona!
speriamo che questa volta si muova qualcosa!
Lo stesso articolo che viene citato nella bibliografia (https://www.dur.ac.uk/resources/isis.online/pdfs/ISISPDFsleeptrainingJuly2013.pdf) dice delle cose un po’ diverse, ovvero che ci sono buone ragioni per far dormire il bambino nella stessa stanza dei genitori fino almeno a sei mesi di età. Il bambino della trasmissione aveva ben più di sei mesi.
se l’articolo suggerisce di far dormire i bambini coi genitori fino ad almeno 6 mesi, significa “minimo 6 mesi” ma non c’è un limite massimo. come non c’è un limite massimo all’allattamento nelle raccomandazione dell’oms che indica l’allattamento esclusivo fino a 6 mesi e prolungato fino a 2 anni oltre, secondo i desideri di mamma e bambino.
in ogni caso, non è questo il punto secondo me. noi non diciamo che tutti i genitori devono dormire coi propri figli, così come non diciamo che nessuno dovrebbe farlo. quello che vorremmo è che ciascuna famiglia potesse scegliere quello che è meglio per i suoi membri, perché siamo tutti diversi, sia noi genitori sia i nostri bambini. ci preme sottolineare che queste scelte dovrebbero essere informate e non influenzate da condizionamenti culturali che per di più si basano su informazioni scorrette e aspettative irrealistiche che non rispettano la fisiologia.
inoltre, i metodi basati sull’estinzione graduale del pianto sono metodi comportamentisti che possono andar bene per addestrare un animale ma sono assolutamente inadeguati per i bambini che, a volte lo dimentichiamo, sono persone. in psicologia l’approccio comportamentista è stato abbandonato negli anni 50 del secolo scorso ed è stato sostituito dal cognitivismo. mentre il comportamentismo concepisce e studia il comportamento come risposta ad uno stimolo (per esempio una ricompensa o una punizione) senza preoccuparsi di quello che avviene nella testa delle persone, il cognitivismo tiene in grande considerazione questi processi mentali: mette cioè al centro del suo interesse la percezione e l’interpretazione soggettiva dello stimolo in questione. tradotto: se lasciamo un bambino solo a piangere nella sua camera sicuramente a un certo punto smetterà per lo sfinimento (il metodo proposto da estivil o altri funziona), ma quale sarà la sua percezione e interpretazione dello stimolo “nessuno viene a consolarmi”? probabilmente qualcosa come: a nessuno importa di me quindi non valgo nulla. per esempio. la cosa triste è che a 60 anni dalla caduta del comportamentismo, la cultura popolare continua a proporre metodi pericolosi ed è ancora più triste, e questo è il focus della lettera, che la disperazione delle vittime indifese di questi metodi siano addirittura mostrate in tv per intrattenere il pubblico.
Fino a ieri sera, su Facebook, ho letto commenti al limite della decenza. C’è una confusione tra ‘vizio’, ‘capriccio’, ‘educazione’ e ‘permissività’. Una tragedia! Molti sono andati completamente fuori tema. Moltissimi hanno dimenticato il ‘soggetto’: un bambino di 12 mesi che urla disperato per richiamare l’attenzione di sua madre. Quanta ignoranza, quanta approssimazione, quanto ‘buon senso’ a basso prezzo… Povero bambino che non trova una madre ad accoglierlo e povero bambino che ha una madre che si affida ad una tata autoritaria e presunta formata che ha la pretesa di essere modello di educazione!
Condivido il pensiero che sottolinea la confusione terribile tra ascolto dei bisogni e permissività, tra solerzia nel dare risposta alle richieste e “viziare”; purtroppo molti ancora pensano che solo con l’ umiliazione, la privazione di calore affettuoso e l’uso della forza i bambini possano crescere “bene”… Non sanno che tipo di rapporto si perdono coi propri figli, perchè è sicuro che ben poco riceveranno indietro!!