Nelle dichiarazioni e nei documenti ufficiali, quando si parla di allattamento al seno si usano sempre questi tre concetti: proteggere, promuovere, sostenere.
Sono come le tre gambe di uno sgabello: senza una di esse, il sistema non regge. Non saprei dire se ce n’è una che deve venire prima delle altre: sicuramente tanto si è fatto e tanto ancora è da fare in ciascuno di questi campi perché tutte le mamme abbiano la possibilità di scegliere l’allattamento e di riuscire in questa loro scelta.
PROTEGGERE
Significa garantire che gli interessi commerciali non prevalgano sulla qualità e correttezza delle informazioni alle famiglie, sulle politiche di gestione dei reparti di maternità e degli ambulatori pediatrici, sulla formazione del personale sanitario. Per proteggere l’allattamento al seno è stato redatto nel 1981 da OMS e UNICEF il Codice Internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno, il cui rispetto è alla base dell’Iniziativa Ospedali Amici dei Bambini dell’UNICEF. Proteggere l’allattamento al seno significa anche proteggere la maternità in sé, garantendo alle mamme un’adeguata astensione dal lavoro e tutele sociali ed economiche.
Di protezione nel nostro paese si occupa soprattutto IBFAN Italia, un’associazione di volontariato che raccoglie le violazioni al Codice per inviarle al centro internazionale di monitoraggio, e che agisce a livello nazionale con campagne di sensibilizzazione (del governo e dell’opinione pubblica). Invito tutti a visitarne il sito e ad iscriversi alla newsletter (dalla home page del sito), oltre che ad associarsi per sostenere l’associazione.
PROMUOVERE
Significa divulgare le informazioni più scientificamente aggiornate, rendendo le mamme, le famiglie, gli operatori e la società tutta più consapevoli dell’allattamento come norma biologica e non come “colpo di fortuna”. Significa creare una cultura diffusa che accolga la mamma che allatta, che conosca la fisiologia del neonato con i suoi bisogni primari di accudimento e contatto. Significa formare tutti gli operatori (ginecologi, ostetriche, infermiere e puericultrici, pediatri… ma anche medici di famiglia, psicologi, dentisti…) sulla fisiologia della lattazione e su come fare counselling per aiutare la mamma a superare i piccoli o grandi inconvenienti che possono accadere in allattamento.
Chi lavora in questa direzione, coordinando l’importante momento di riflessione e azione della Settimana mondiale dell’allattamento, traducendo e raccogliendo documenti, è il MAMI, Movimento Allattamento Materno Italiano. Il MAMI ha anche una sezione del sito in cui sono reperibili i diversi gruppi/associazioni che offrono sostegno alle mamme, divisi per regione e provincia. Vi invito quindi a visitare anche questo sito e, dalla home page, ad iscrivervi alla newsletter e a sostenerla associandovi.
SOSTENERE
È l’azione più “calda”, perché è quella che passa attraverso la gentilezza e la delicatezza di cui tutte le mamme hanno diritto, dai primi momenti in ospedale a quelli successivi quando tornano a casa e si confrontano con la grande avventura del crescere insieme al proprio bambino.
Significa passare informazioni in modo empatico, significa dare ascolto prima che consigli, e far passare il messaggio di empowerment: “tu sei la migliore mamma possibile per il tuo bambino”. Significa dare alla mamma gli strumenti per identificare i propri vissuti e trovare le proprie soluzioni, qualsiasi siano.
Il sostegno lo fanno (o non lo fanno) i famigliari, gli amici, i colleghi di lavoro. E il personale dell’ospedale, del consultorio, il pediatra. E infine, nel nostro piccolo, noi mamme del GAAM.
Io sono socia di tutte e tre le associazioni, sono 30 euro all’anno in tutto e li considero tra i meglio spesi, perché attraverso le informazioni e le persone che vi ho trovato sono cresciuta tanto come persona e come mamma. DAI UN’OCCHIATA AI SITI, LEGGI, INFORMATI… PENSACI ANCHE TU!